Gli idioti utili del capitalismo verde non siamo noi!

0
(0)
Gli idioti utili del capitalismo verde

Mi sono imbattuta in questa citazione di Michel Onfray, riportata dal pagina Instagram di La Stampa: “I ragazzi ignorano di essere gli idioti utili del capitalismo verde…”.

Eccoci, di nuovo, a rimproverare i giovani di qualcosa. Talvolta siamo pigri e privi di ideali, altre volte ignoranti e asserviti ai regimi forti. Insomma, pare che molti dei guai del nostro tempo dipendano proprio da noi giovani!

Del fatto che l’ortografia la insegnano professori, mediamente sulla cinquantina, spesso insoddisfatti e privi di vocazione, non se ne parla. Così come non si parla del fatto che a far muovere il capitalismo verde non sono certo i giovani, ma chi sta ai vertici.

Non voglio entrare nel merito della polemica nei confronti dei cosiddetti “Boomer“, mi limito a sottolineare che il mondo di oggi lo hanno modellato loro, con tutti le sue problematiche. Noi lo abbiamo ereditato così e non abbiamo gli strumenti per cambiarlo.

Ignoranti, ma idealisti. La doverosa battaglia in difesa del pianeta.

Non posso smentire Onfray sul fatto che la mia generazione e quelle successive siano tendenzialmente sempre più ignoranti. E, ribadisco, chi siede sulle poltrone del potere e potrebbe cambiare la situazione non si può certo inserire nella categoria dei giovani. Che poi i più maturi siano meno ignoranti è tutto da verificare. Ma non generalizziamo e non riduciamo tutto a stereotipi, non ha senso.

C’è anche da vedere su quali temi e quali materie i giovani sarebbero ignoranti. Se chi decide delle politiche scolastiche non vede l’utilità di svecchiare la didattica e aggiornarla alle mutate esigenze del nostro presente…Beh, non è colpa nostra!

Possiamo continuare a mandare a memoria i passi della Divina commedia, se volete (e non lo dico per criticare l’opera in questione, sia chiaro). Ma ciò sicuramente non alimenterà lo spirito critico di cui abbiamo disperato bisogno. C’è bisogno di imparare a ragionare e di imparare a imparare, passatemi il gioco di parole. Si può diventare un’enciclopedia umana e non saper rielaborare criticamente le informazioni di un testo.

A questo proposito, non potrei mai sostenere che la conoscenza approfondita della grammatica e dell’ortografia non siano il fondamento indispensabile. Tuttavia, bisogna anche confrontarsi con la realtà della lingua parlata. Per non parlare dell’utilizzo del linguaggio legato alle nuove tecnologie.

Tutela dell’ambiente e cultura digitale, queste sono le nostre battaglie. E non sono un vezzo, una moda, come sembra ritenere Onfray. Sono battaglie doverose, quella per la tutela del pianeta e quella per la creazione di un’ambiente digitale etico e umano.

Non siamo noi gli idioti utili!

Non ti viene il dubbio, Onfray, di essere tu stesso uno degli idioti utili del capitalismo?

Nell’affossare i giovani e le nostre lotte ambientaliste, nelle tendenze reazionarie (sempre a coltivare questo mito del passato idealizzato. Ma queste persone li hanno letti i libri di storia?), mi sembra proprio che si voglia conservare lo status quo. Peccato che un giorno, non molto lontano, non ci sarà più un pianeta dal quale pontificare e rimproverare i giovani! Mi pare che su questo ci sia poco da obiettare.

Quanto al capitalismo, sappiamo bene quanto sia sottile e subdolo nello sfruttare le abitudini e le preferenze per arrivare a manipolarle e controllarle. Fino al punto in cui si è capaci di instillare bisogni ed indurre decisioni che altrimenti non si sarebbero prese.

Notizia flash! Questi meccanismi sono un’eredità del secolo scorso, sotto l’impulso di figure come quella di Edward Bernays e la sua idea di “Fabbrica del consenso“. Siamo intorno agli anni Venti del Novecento.

Ebbene sì, anche quei fior fiori di intellettuali e di filosofi del passato, quelli che conoscevano la letteratura e la musica, sono stati gabbati dalla propaganda capitalista. Anzi, erano loro, spesso e volentieri, a stare in prima linea, a metterci la faccia.

Non che io non sia consapevole del fatto che anche la tutela dell’ambiente rischi di trasformarsi in una moda, nell’ennesima trovata di marketing, utile ad arricchire quei pochi uomini, sempre i soliti.

Tuttavia, perché dovremmo essere biasimati noi giovani per il fatto di seguire un’ideale più che giusto, se, con ciò, si riesce a fare del bene al nostro Pianeta e a chi ci vive? In qualunque modo e comunque se ne parli, basta che se ne parli!

Se siete, come me, appassionati di tematiche ambientaliste, vi consiglio la lettura del mio articolo sull’emergenza ambientale.

/ 5
Grazie per aver votato!

How useful was this post?

Click on a star to rate it!

Average rating 0 / 5. Vote count: 0

No votes so far! Be the first to rate this post.

As you found this post useful...

Follow us on social media!

Pubblicato da chiaraincyberspace

Ho venticinque anni e vengo da un piccolo paese dell'Irpinia. Dopo la laurea in giurisprudenza ho avviato il mio blog, in attesa di capire cosa ne sarà del mio futuro.