Il digital divide e le nuove frontiere della disuguaglianza

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digital divide

Cosa si intende per digital divide?

Il digital divide, in italiano divario digitale, è un fenomeno che ci riguarda tutti, soprattutto coloro i quali neanche si accorgono di esserne vittime. Infatti, esso indica la disomogenea distribuzione delle risorse economiche, tecnologiche e culturali necessarie per l’utilizzo delle ICT e per la vita onlife.

Il digital divide colpisce e danneggia proprio chi parte da condizioni di vita più disagiate, per povertà, isolamento geografico, età avanzata, minore formazione culturale e professionale. Per di più, questi soggetti neanche si rendono conto di vivere una condizione di ulteriore pregiudizio, essendo esclusi dal cyberspazio. Ciò apre un baratro ancor più profondo tra gli “haves” e gli “have-nots”, cioè tra abbienti e non abbienti. In altre parole, tra chi è incluso nella società e chi non lo è. Per non parlare delle possibile implicazioni sulla sopravvivenza delle istituzioni democratiche.

Genesi del termine

Non è ben chiaro da dove derivi il termine digital divide e quale fosse il suo significato originario. Comunque, l’ipotesi più accreditata è che tale termine sia stato coniato negli Stati Uniti per indicare la diffusione limitata dei computer e delle connessioni Internet presso la popolazione. In linea con questa ipotesi, troviamo i primi riferimenti autorevoli nella legislazione statunitense della seconda metà degli anni Novanta. In particolare in un programma federale per l’istruzione denominato “E-Rate“, voluto dall’amministrazione Clinton-Gore. A ciò si aggiunge uno studio della NTIA (la National Telecommunication and Information Administration del Dipartimento del Commercio statunitense) del 1999, dal titolo “Falling through the Net”.

Evoluzione e assestamento

Ormai è diffuso l’utilizzo dell’espressione divario digitale o digital divide per riferirsi ad “una costellazione di differenze di tipo sociale, economico e tecnologico” e ad “un arcobaleno dell’accesso, dove la scala di accesso dipende dalla combinazione tra dotazione di hardware e software, contenuti e servizi, infrastruttura sociale e governance della rete” (Sartori, 2006). Un fenomeno estremamente complesso e preoccupante per le possibili implicazioni socio-economiche. A testimonianza di ciò, si moltiplicano gli studi scientifici sul tema, così come le iniziative politiche .

A tal proposito, si è compreso che la strategia migliore per affrontare la disuguaglianza digitale è costituita da un approccio integrato tra politiche dell’offerta e della domanda di connessioni e dispositivi elettronici. In parole povere, non basta costruire “autostrade telematiche” (Pucci, 2002), cioè grandi infrastrutture per le reti in fibra a banda ultra-larga. Al contrario, è necessario agevolare ed incentivare in ogni modo l’accesso ad Internet e alle tecnologie, fornendo anche aiuti economici e formazione informatica adeguata.

Situazione in evoluzione

Pare impossibile fornire un quadro esaustivo sulla questione nello spazio limitato di un articolo. Per cui, si rinvia ai prossimi articoli relativi alla rete unica e alle politiche dell’accesso, per integrare ulteriori informazioni.

In conclusione, si suggerisce la lettura delle seguenti opere, tra le altre, per approfondire il tema:

  • L. Sartori, Il divario digitale, Il Mulino, Bologna, 2006.
  • M. Castells, Galassia Internet, trad. it., Feltrinelli, Milano, 2006
  • T. Pucci, Il diritto all’accesso nella società dell’informazione e della conoscenza. Il digital divide, in Informatica e diritto XVIII annata, vol. XI, 2002, n.2.
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Pubblicato da chiaraincyberspace

Ho venticinque anni e vengo da un piccolo paese dell'Irpinia. Dopo la laurea in giurisprudenza ho avviato il mio blog, in attesa di capire cosa ne sarà del mio futuro.