La didattica a distanza, tra passato e presente

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Didattica a distanza

La didattica a distanza al tempo del Covid-19

Con l’esplosione della pandemia di coronavirus molte delle attività che eravamo abituati a svolgere “in presenza”, cioè a contatto con gli interlocutori, si sono spostate nel cyberspazio. Così è stato anche per il lavoro e per l’istruzione, che si sono svolti in smart-working e distance-learning. Parliamo proprio di Dad, la didattica a distanza.

Per quanto riguarda l’istruzione a distanza, molti l’associano al concetto di e-learning. Un concetto noto in ambito giuridico, soprattutto nell’ambito del diritto dell’Unione Europea, a partire dalla Comunicazione del 2001, Piano d’azione e-Learning. Pensare all’istruzione di domani. In realtà, si tratta di un termine generico, che fa semplicemente riferimento all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a fini didattici. Quindi, non è un mero sinonimo di Dad.

La Dad è un particolare modello didattico, basato sull’e-learning. In verità, ne esistono moltissimi di modelli di e-learning, alcuni pensati piuttosto per la didattica in presenza.

Quello che non molti sanno è che la Dad, o meglio la Fad (formazione a distanza), ha una sua storia è non è affatto un’invenzione del periodo pandemico.

La storia della Fad

Secondo alcuni la Fad avrebbe avuto tre stagioni, di cui la prima sarebbe quella corrispondente allo sviluppo dei servizi postali e al successivo avvento dei mass media. In questo periodo si collocano le prime forme di istruzione per corrispondenza (già dalla seconda metà dell’Ottocento), nonché i programmi radiofonici e televisivi a fini didattici.

Un caso particolare di istruzione via radio fu quello sperimentato a Chicago nel settembre 1937 durante l’epidemia di polio. In quel caso, per timore del contagio tra i bambini, si decise di rinviare di qualche settimana l’avvio delle lezioni e si organizzò un sistema alternativo di erogazione della didattica. Attraverso la radio si trasmettevano le lezioni, secondo un calendario pubblicato sui quotidiani locali, per una durata di circa 15 minuti ciascuna.

Altro esempio, è quello della School of the Air di Alice Springs, in Australia. Negli anni Cinquanta del Novecento si istituì la prima scuola a distanza, via radio, per i bambini dell’Outback australiano. Infatti, l’Australia centrale è scarsamente popolata: vi sono migliaia di chilometri quadrati di allevamenti e terreni coltivati, pochissimi villaggi. Per fornire un’istruzione adeguata ai bambini di queste zone si pensò di usare il sistema radiofonico, già in uso per fini medici. Ad oggi, esistono molti esempi di scuole a distanza in Australia, ovviamente dotate di connessioni internet (soprattutto satellitare) e dispositivi tecnologici.

La didattica a distanza dei giorni nostri

Tra febbraio e marzo 2020 è stata inaugurata in tutta Italia la Dad, che è sopravvissuta al periodo del lockdown in forma di didattica mista o DDI (didattica digitale integrata).

Sicuramente non sono mancati gli aspetti positivi, ma quelli negativi per molti sono stati prevalenti. A cominciare dall’incidenza massiccia del digital divide, con una percentuale elevatissima di studenti privi di dispositivi tecnologici ad uso personale e di connessioni ad internet a banda ultra-larga.

Per di più, molti hanno lamentato la mancanza di competenze informatiche adeguate, nonché la carente organizzazione complessiva della Dad. A ciò si deve aggiungere l’effetto deleterio della Dad sulla salute psico-fisica degli studenti. Essi vivevano con disagio l’isolamento, la mancanza di socialità e di contatto umano.

D’altro canto, non si possono fornire giudizi affrettati e semplicistici su uno strumento strettamente emergenziale. Sicuramente in contesti diversi le ICT potranno essere valorizzate al meglio, grazie ad un’accorta organizzazione. I punti di forza delle tecnologie sono sicuramente la duttilità, lo stimolo alla creatività e all’autonomia dello studente, ma anche la possibilità di lavorare in gruppo.

Insomma, un patrimonio di risorse e di opportunità da sfruttare per il nostro sistema scolastico.

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Pubblicato da chiaraincyberspace

Ho venticinque anni e vengo da un piccolo paese dell'Irpinia. Dopo la laurea in giurisprudenza ho avviato il mio blog, in attesa di capire cosa ne sarà del mio futuro.