Oggi si è svolta la prima prova dell’esame di Maturità 2022, il temutissimo tema di italiano. Vi dico solo che alla mia maturità sbagliai proprio il tema e mi costò la lode. Poco male, mi sono rifatta con il voto di laurea!
Battute a parte, ho dato un’occhiata alle tracce proposte e ne sono rimasta piacevolmente colpita. Si tratta di tematiche di grande attualità e le tipologie testuali sono diverse (analisi di un testo letterario, analisi di un testo argomentativo, riflessione su temi di attualità), ma ugualmente interessanti. Non saprei davvero quale avrei scelto, se fossero capitate a me, ma credo che gli studenti abbiano avuto modo di esprimersi al meglio, qualunque sia stata la loro scelta.
La mia traccia preferita
Credo che la scelta finale l’avrei fatta tra le due tracce di attualità, quella riferita alle conseguenze del Covid (con citazione di un passo tratto da L. Ferrajoli, “”Perché una Costituzione della Terra?”) e quella sull’Iperconnessione ad Internet.
Immagino che avrei scelto quest’ultima. Del resto è uno dei temi principali di cui scrivo nel mio blog. La cultura digitale, per cui mi batto, è sensibilizzare le persone sulla necessità di un uso più consapevole delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Partendo da una prospettiva realista, cioè non predicare un ipotetico ritorno ad un passato “analogico”, non digitale. Piuttosto, far capire agli altri quali sono i vantaggi, ma anche le insidie nascoste dietro l’utilizzo dei mezzi tecnologici.
Sicuramente questa traccia mi offre spunti utili e anche un consiglio di lettura. Il libro da leggere è “Tienilo acceso” di V. Gheno e B. Mastroianni. Una riflessione sull’ambiente di vita dell’uomo iperconnesso. Io lo definirei proprio “onlife“, con Luciano Floridi.
Spunti da sviluppare nel tema di Maturità 2022
Ecco, io avrei sviluppato il mio teme di Maturità 2022 intorno a questi nuclei tematici. Il punto di partenza del discorso è sicuramente la diffusione su Internet delle fake news e dei discorsi d’odio, l’hate speech. Nel libro si ipotizza che gli uomini non sappiano gestire questa multidimensionalità della vita (on-line e off-line) e per questo non sappiano esprimersi e confrontarsi nella maniera migliore sulle piattaforme digitali. La violenza verbale sui social potrebbe essere un riflesso dell’escalation di violenza nel mondo fisico. Ma, in fondo, neanche questa è la causa. C’è da scavare più a fondo nella crisi economica, sociale e valoriale che caratterizza il nostro tempo. Senza cultura ed educazione come si può sperare di creare un ambiente di vita ottimale, on-line o off-line? Se non si tiene adeguatamente conto delle conseguenze psicologiche di questa vita iperconnessa come si spera di trovare soluzioni?
Da giurista, potrei dire banalmente puniamo chi diffonde notizie false e discorsi d’odio a mezzo social. Il che sarebbe, oltre che difficile da realizzare, solo parzialmente risolutivo.
Internet è una piattaforma che dà a chiunque la possibilità di accedere ed esprimersi. Mi trovassi io in un ruolo di governo, terrei in grande considerazione ciò che emerge online. Non solo con intento punitivo, ma soprattutto per individuare le ragioni di malcontento della gente comune e lavorare in quella direzione. Preciso che non sto suggerendo una forma di democrazia diretta “digitale”. Né invito i politici a far campagna elettorale sui temi di tendenza sui social.
Credo semplicemente che tutti noi abbiamo da imparare da quel che succede online, per provare a migliorare i nostri comportamenti in rete e fuori. Io partirei da due basi: cultura ed educazione.