Piccoli borghi d’Italia: angoli di paradiso da riscoprire!

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Piccoli borghi d'Italia. Conza della Campania
Una veduta del mio paese Conza della Campania (Av). Per questa e altre immagini vi rinvio a questo link.

Proprio oggi ho letto l’ennesima testimonianza di qualcuno che ha deciso di traferirsi in uno dei piccoli borghi d’Italia, dopo l’esplosione della pandemia. È una tendenza piuttosto affermata negli ultimi tempi, complice la pandemia e lo smart working. In effetti, molti Italiani hanno riscoperto i pregi e i vantaggi di una vita più tranquilla e salubre, allontanandosi dalla frenesia e dall’inquinamento cittadino. Potendo svolgere l’attività lavorativa e didattica da remoto, la scelta di ritirarsi in uno dei bellissimi paesini d’Italia si fa sempre più allettante, specie se vi sono incentivi in tal senso.

Io stessa vivo in un piccolo paesino nella verde Irpinia e conosco bene vantaggi e svantaggi di questo stile di vita.

Infrastrutture da migliorare e maggiori possibilità lavorative

Le statistiche ci dicono che l’Italia è un Paese di piccoli comuni. Poche grandi città ad alta densità demografica non bastano a superare il dato secondo il quale la maggior parte degli Italiani vive in comuni medio-piccoli. Il panorama non è omogeneo e le esperienze possono variare da zona a zona, da regione a regione.

Nella mia personale esperienza, ho sempre pensato che l’essere nata in paesino sperduto mi abbia tolto opportunità e mi abbia posto in una condizione di handicap. Mi sembrava che tutto fosse lontano ed inarrivabile. La realtà che mi era familiare era quella rurale e contadina. Qui il tempo si è fermato, le vecchie tradizioni dei nonni ancora vivissime, a scapito dell’innovazione.

Obiettivamente, nella mia zona i trasporti e le infrastrutture dovrebbero essere migliorati. Durante la pandemia mi sono resa conto di quanto fosse scomodo non possedere una rete Internet in fibra ottica. Ci ho persino scritto la mia tesi di laurea! Internet a parte, nel sud Italia la rete stradale e ferroviaria è piuttosto carente e bisognosa di manutenzione. Il mio paese ha una stazione ferroviaria che ormai è un reperto storico, nel vero senso della parola! Magari collegarci alla rete ferroviaria non sarebbe una cattiva idea, no?

Neanche le opportunità di lavoro abbondano. Tra l’altro, lo smart working sembrerebbe esser stato messo da parte a favore del ritorno in presenza. Non sono ancora entrata attivamente nel mondo del lavoro e non posso esprimermi nel merito, ma perché accantonare sempre le possibili innovazioni? Gli altri Paesi sperimentano la settimana lavorativa breve, mentre noi siamo sempre fermi ai soliti schemi. Si salvi chi può!

Vita salubre nei piccoli borghi d’Italia

La pandemia ha cambiato radicalmente la mia visione della vita e non sono l’unica. Ora sono consapevole della fortuna che ho avuto ad esser nata in questo piccolo angolo di paradiso, con tutte le sue problematiche. Abbiamo tutti imparato ad apprezzare le cose semplici della vita, le più importanti. La salute, la famiglia, il proprio tempo. La pandemia ci ha insegnato che anche fare una passeggiata all’aria aperta può essere un privilegio.

Ecco, io per la prima volta mi sono sentita una privilegiata! Avere intorno gli animali da cortile e l’orto coltivato dai miei genitori mi dà un forte senso di casa e di appartenenza. Ho visto la ricchezza dove altri vedono la povertà.

Se potessi chiedere qualcosa di più, vorrei che il lavoro dei miei genitori fosse remunerato proporzionalmente ai loro sforzi. Ma temo la mia voce non sarà mai forte quanto quella delle potenti lobby che operano a livello europeo. Sempre più armi e meno grano!

Ditemi se non è un privilegio avere un bel cumulo di grano nel proprio cortile, mentre mezzo mondo non ne ha? Forse i nostri governanti si sono persi dietro alla finanza e alle grandi questioni, ma allora chi ci pensa a mettere il cibo sulle tavole? Neanche nel romanzo distopico più contorto si è mai immaginato che pane e pasta potessero essere un lusso. Ormai è la nostra realtà.

Ecco perché, nonostante tutto, mi sento fortunata. Nel mio sangue c’è il rispetto per la natura e il sapersi godere le piccole cose della vita, anche quando le risorse economiche scarseggiano. Sono insegnamenti preziosi che mi torneranno sempre utili, ovunque mi porterà la vita.

Ecco la testimonianza di una ragazza del sud, nata e sempre vissuta in uno dei piccoli borghi d’Italia.

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Pubblicato da chiaraincyberspace

Ho venticinque anni e vengo da un piccolo paese dell'Irpinia. Dopo la laurea in giurisprudenza ho avviato il mio blog, in attesa di capire cosa ne sarà del mio futuro.