Meglio una testa ben fatta!

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Meglio una testa ben fatta

Per puro caso mi sono imbattuta in questa citazione del filosofo Edgar Morin: “meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”. Morin, dall’alto dei suoi cento anni, è estremamente attento alla questione dell’insegnamento. Soprattutto nella prospettiva di innovarlo e adeguarlo alle nuove esigenze dei discenti. Infatti, i contenuti e i fini dell’insegnamento ritenuti adeguati cento anni fa non lo sono più oggi. Dire una cosa del genere in Italia sembra una bestemmia, visto l’atteggiamento estremamente conservativo che si adotta nel settore della scuola e della didattica. Infatti, quando la pandemia ci ha sconvolto la vita, il settore dell’istruzione è entrato in crisi. Non si sapevano usare le tecnologie, non si possedevano i dispositivi adeguati. Soprattutto non si è stati capaci, salvo poche eccezioni, di organizzare una didattica funzionale all’insegnamento a distanza. Ma torniamo alla frase di Morin.

Non vogliamo più la “testa ben piena”

Pensiamo alla didattica tradizionale: lezione frontale, “cattedratica”, solitamente in presenza, prevalentemente trasmissiva. Il professore spiega, lo studente recepisce i contenuti (li impara dal manuale) e successivamente affronta la verifica. Cosa si spera di ottenere in questo modo?

Beh, se gli studenti fossero computer potrebbero archiviare dati su dati. Questi potrebbero essere memorizzati per sempre ed essere recuperati al momento opportuno.

Ma gli studenti non sono macchine! Né sono contenitori da riempire! Non basta invitare gli studenti a “ragionare” su quello che apprendono, quando poi li si gravano di pagine, capitoli, libri da imparare. Si tratta di acquisizioni ” a breve termine”, si impara per l’esame o per la verifica e poi si dimentica. Questo non perché lo studente sia svogliato, poco diligente. Si tratta di meccanismi fisiologici che riguardano la memoria. Conoscenze acquisite e poi messe da parte si perdono velocemente. Bisognerebbe ripeterle e metterle in pratica quotidianamente, ma a che scopo?

Oggi è meglio una testa ben fatta

Tutta la conoscenza di cui abbiamo bisogno è a portata di click. Non ha più senso imbottire gli studenti di nozioni passeggere. Bisogna insegnare a ragionare. Bisogna insegnare ad imparare.

Di cosa dovrebbe occuparsi l’insegnamento oggi? Di instillare la capacità di pensiero critico, la capacità di organizzare i dati, di utilizzarli per risolvere problemi più complessi (il cosiddetto “problem solving“). Puntare sulle competenze più che sulle conoscenze. Perché queste ultime si apprendono e si dimenticano. Invece le competenze durano per la vita e possono essere riutilizzate in ogni campo e in ogni tempo.

Neanche il più titolato e acculturato degli individui può adattarsi a questo periodo storico complesso, senza avere spirito critico. Cioè senza avere la capacità di leggere e elaborare in maniera critica le informazioni che apprende. Questo è sicuramente il miglior antidoto alle fake news e ai tentativi di condizionamento che ci bombardano oggi.

Spero che questo contributo vi sia piaciuto, in tal caso vi invito alla lettura dell’articolo sui social network.

2 Risposte a “Meglio una testa ben fatta!”

  1. Ciao Chiara molto interessante. Di più, l’argomento è più che mai necessario ora, in questo momento storico davvero folle.
    Di follia ed empatia parla molto spesso Umberto Galimberti, conosci?
    Era il mio maestro assoluto fino a due anni fa circa, poi le sue dichiarazioni su pandemia ecc mi hanno trovata in totale disaccordo. Peccato.
    Restano però validissime le sue riflessioni sulla scuola e l’inserimento. Dacci un occhio!

    1. Grazie Daiana, non mancherò di seguire il tuo suggerimento! Ho sempre tempo di apprendere qualcosa di nuovo.

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Pubblicato da chiaraincyberspace

Ho venticinque anni e vengo da un piccolo paese dell'Irpinia. Dopo la laurea in giurisprudenza ho avviato il mio blog, in attesa di capire cosa ne sarà del mio futuro.

2 Risposte a “Meglio una testa ben fatta!”

  1. Ciao Chiara molto interessante. Di più, l’argomento è più che mai necessario ora, in questo momento storico davvero folle.
    Di follia ed empatia parla molto spesso Umberto Galimberti, conosci?
    Era il mio maestro assoluto fino a due anni fa circa, poi le sue dichiarazioni su pandemia ecc mi hanno trovata in totale disaccordo. Peccato.
    Restano però validissime le sue riflessioni sulla scuola e l’inserimento. Dacci un occhio!

    1. Grazie Daiana, non mancherò di seguire il tuo suggerimento! Ho sempre tempo di apprendere qualcosa di nuovo.

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